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LA LEGGENDA DELL’OSTRICA E DELLA PERLA
Carpi - Fo - dalla commedia di Dario Fo “Isabella, tre caravelle e un cacciaballe”
Il giovane di Tunisi che nero come un’ostrica di lei s’innamorò, aveva gli occhi d’onice, il corpo d’una statua, lo sguardo d’una vergine per tanto ch’era timido: perciò s’innamorò di lui s’innamorò.
Leonora più che candida, l’Infanta di Castiglia, la pelle di magnolia, le orecchie di conchiglia, di lui s’innamorò, di lui s’innamorò:
del giovane di Tunisi che nero più di un’ostrica vedendola sbiancò. Le braccia di quell’ostrica intorno a lei si chiusero.
Con labbra che tremavano Leonora più che candida la bocca gli donò, la bocca gli donò.
Ma dal torrion la videro tre suoi fratelli pallidi. Le frecce lampeggiarono: il giovane di Tunisi nel mar con lei piombò, nel mar con lei piombò.
Piombò con lei stringendola, lui nero come un’ostrica, con lei si sprofondò.
Lei madreperla pallida. Il negro in fondo al mare si chiuse come un’ostrica, di morte nel pallore lei perla diventò.
dischi LA PERLA E L’OSTRICA e FOLKANNIVERSARIO
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