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BENIAMINO
Alberto Cesa
Vi canterò la storia di un uomo e di un violino e di una notte di tanti anni fa di un vecchio triste e solo di nome Beniamino quella notte lui era allegro dopo quanto chi lo sa
Tra i muri lunghi e bianchi di quella piccola città gli avevano rubato in un giorno ormai lontano la musica i suoi sogni i ricordi di ogni età e lui se ne moriva in silenzio piano piano
Non più le notti in giro con la luna in giro col violino a incantare l'oscurità giullare e musicante che suonava alla fortuna anche di chi poi glie la ucciderà
Troppo diverso quel mondo fra le mani quel pezzo di legno quel pezzo di libertà per gente che sa pensare soltanto al suo domani e che alle altre voci ascolto non da
Dieci anni eran passati nel ricordo neanche un'ora da quell'agguato folle tra la rabbia e la paura tra quei pezzi di legno sbattuti sul selciato tra i suoni ancor nell'aria che gli avevan soffocato
Ma quella sera unica e un po' strana lui ci guardava con gli occhi di un bambino e nel suo cuore la musica volava libera e dolce come il suo destino
Ci allungò un braccio e ci bastò un sorriso e mani grandi si strinsero al violino e il suono antico riaccarezzava il viso il viso allegro del nostro Beniamino
Anche le stelle danzavano nel cielo tra quelle note troppo tempo imprigionate che riprendevano di nuovo a volare in quella notte magica d'estate
La luna amica compagna d'avventura da quella notte non lo volle più lasciare lo portò via perché senza paura restasse sempre con lei lassù a suonare
disco FOGLI VOLANTI
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